Davvero suggestiva, oltreché interessante, è stata la visita guidata alla Chiesa dell’Immacolata del Collegio dei Gesuiti nel centro storico di Trapani, ghindato a festa per il Natale.
Proprio alla vigilia della ricorrenza dedicata all’Immacolata, guidati dal nostro Past Presidente arch. Luigi Biondo, progettista del restauro. e dalla dott.ssa Valentina Colli, l’archeologa che proprio al restauro della chiesa manualmente ha lavorato, seduti sulle panche e con gli occhi rivolti al soffitto, abbiamo ascoltato la mirabile descrizione degli affreschi e delle innumerevoli opere d’arte presenti, senza tralasciare importanti note sulla presenza dei Gesuiti, sulla loro attività e sul grande valore della loro azione per la crescita culturale dei giovani della città.
La chiesa del collegio dei gesuiti, progettata nel 1614 dall’architetto messinese Natale Masuccio e consacrata nel 1705 è uno tra i più significativi monumenti barocchi della città. L’interno, a tre navate, è riccamente decorato con marmi mischi, sul modello delle chiese barocche palermitane.
La volta è abbellita da stucchi, opera di Bartolomeo Sanseverino, discepolo del celebre Giacomo Serpotta (sec. XVIII). Sull’altare maggiore, un’icona di Ignazio Marabitti (1711) rappresenta l’Immacolata Concezione. La facciata, disegnata da Francesco Bonamici, è un chiaro esempio di transizione tra il barocco e il manierismo.
Recentemente è stata sottoposta ad un massiccio restauro durante il quale sono venuti alla luce alcuni ritrovamenti del tutto inaspettati e che scrivono un nuovo capitolo sulla storia di questo splendido esempio di architettura barocca presente in città
Le statue che sono venute alla luce a seguito dei restauri rappresentano sante venerate in Sicilia. Sono state individuate Santa Lucia e Santa Rosalia e si sta ancora esplorando per capire chi è la santa con una colomba sulla spalla e le altre ancora da svelare dal muro.
Probabilmente queste statue sono state realizzate fra la metà e la fine del '600 in quella fase in cui la chiesa viene arricchita con le prime decorazioni più semplici. L'autore potrebbe essere uno stuccatore locale che utilizza i materiali del luogo (tufi di Favignana e calce) per realizzare opere che hanno riferimenti alla statuaria dei grandi artisti del momento.
Grazie ai saggi eseguiti, si è capito che esistono almeno altre tre opere dentro al muro della navata sinistra. Una quarta potrebbe essere stata coperta dalla decorazione in marmi mischi che ricopre la parete con la porta di accesso alla sagrestia.
L’armadio ligneo in noce e palissandro, che risale alla seconda metà dei Seicento, è stato restituito all’antico splendore, mediante un accurato lavoro eseguito dai restauratori. Il meraviglioso e monumentale armadio, attribuito dalla tradizione allo scultore trapanese Pietro Orlando (XVII secolo), sembrerebbe appartenere invece, sulla base di più recenti studi, al milanese Giampaolo Taurino, al cui nome sono intestate altre opere analoghe, custodite in S. Ambrogio a Genova e in S. Fedele a Milano. Non sarebbe stata però, fino ad oggi, trovata la prova documentale necessaria per una definitiva ed inoppugnabile identificazione dell’autore.
A seguire, cena informale in pizzeria.
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